Mito e giustizia

Nel 2014, nell’ambito del progetto di Didattica in Carcere che l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” svolge da più di dieci anni nella casa circondariale di Rebibbia, un gruppo di studenti del reparto G12 Alta Sicurezza iscritti al corso di Lettere o di Beni culturali chiesero di sostenere l’esame di Drammaturgia Antica. Da allora, il TeA cerca un varco anche a Rebibbia.

Tra le attività che il Centro svolge assieme agli studenti della casa circondariale si ricordano i progetti di lettura collettiva incentrati sul teatro classico e la collaborazione con il Laboratorio di Drammaturgia Antica.

http://lettere.uniroma2.it/pagina-base/teledidattica-universita-carcere

Mito Giustizia Uomo

(per Rebibbia)

30 aprile 2019

“Mito Giustizia Uomo” è il risultato del progetto “Mito e Giustizia – Università in carcere” realizzato in collaborazione con Classici Contro – Università di Venezia Ca’ Foscari e la direzione della casa circondariale di Rebibbia, che ha coinvolto studenti dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata (‘esterni’ e detenuti) e studenti dei Licei classici “B. Russell” di Roma, “M.T. Cicerone” di Frascati, “U. Foscolo” di Albano.

Durante i mesi precedenti gli studenti delle scuole hanno lavorato sul tema della giustizia nei classici con i propri insegnanti e hanno partecipato a incontri su giustizia e carcere con docenti universitari; gli studenti universitari hanno dato vita a un gruppo di lettura condivisa che si è riunito più volte nel reparto di Alta Sicurezza di Rebibbia per leggere insieme l’Orestea di Eschilo e discuterne insieme.

La manifestazione finale, che secondo il progetto avrebbe dovuto avere luogo nel teatro della casa circondariale di Rebibbia, è stata ospitata dal Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lazio, Prof. Stefano Anastasia nella sede WeGil a Roma e ha visto la partecipazione di Maria Agnese Moro, Filippomaria Pontani, Emilio Baccarini, Controcanto Collettivo e gli interventi performativi degli studenti. Il gruppo di studenti universitari ha letto le testimonianze inviate dai colleghi detenuti.

La Stampa 7 luglio 2019